VAN MORRISON - Moving on Skiffle ***1/2
"Moving on Skiffle", Van è tornato agli amori musicali che lo hanno cresciuto. Non è cosa nuova, era già successo insieme a Lonnie Donegan un paio di decenni fa, dal vivo ed egregiamente, con The Skiffle Sessions. Oggi Van riprende il suo percorso nostalgico e lo fa con un'energia che, a settantasette primavere, non smette di stupire (vedi anche gli ultimi album).
Va detto subito che questo doppio cd contenente ben 23 classici dello Skiffle è forse (dopo Irish Heartbeat) il suo album di cover più riuscito di sempre. Questo perché la mole delle registrazioni, la storia che le ha generate, la qualità stessa della musica espressa, non lascia dubbi sulla genuinità e il valore dell'operazione. Ovviamente il materiale non è tutto dello stesso livello, ci sono diversi classici folk blues-old time della tradizione americana ma anche brani minori. Van però non perde colpi, ed è quasi incredibile, la sua rinnovata energia dopo tanti decenni di carriera è un qualcosa che non sarebbe sbagliato definire unico nella storia del rock. I singoli Worried Man Blues o Streamline Train brillavano già di luce propria ma è l'ascolto dell'intero album che fa cogliere l'ispirazione di un'artista sempre "into the music" (la splendida Gypsy Davy sembra davvero uscita da una session di fine anni settanta).
Se Van avesse scelto la pubblicazione di un solo cd accuratamente selezionato il risultato sarebbe stato ancor più sorprendente. This Loving Light of Mine , Travelin' Blues, No Other Baby, Take This Hammer, I Wish I Was An Apple On a Tree, Careless Love sono impeccabili remake morrisoniani ma è davanti alla bellissima Freight Train della leggendaria Elizabeth Cotten, all'intensità sopraffina di Streamlined Cannonball di Roy Acuff o alla seducente Cotton Fields del maestro Leadbelly che si rivela il meglio del meglio del genere.
Menzione particolare per il capolavoro che conclude il doppio album: Green Rocky Road. Brano storico di oltre nove minuti che Van fa suo in tutto, interpretazione magistrale tra alti, bassi e silenzi, arrangiamento misurato, cori, e una seconda parte ampiamente "astrale" che sigilla un'altra grande tappa di un percorso artistico incredibile che proprio nel 2023 compie ben 60 anni di carriera discografica, pazzesco.
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